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                     Agrigento

Segnalazioni & Tracce della Guerra

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                       - Cenni Storici -

 

 

Nella prima parte della Seconda Guerra Mondiale, Lampedusa era in una posizione strategica per il controllo delle rotte di rifornimento del Mediterraneo centrale. Infatti, la flotta italiana era impegnata nel sostegno degli eserciti italo-tedeschi in Nordafrica, mentre la flotta inglese aveva il compito di contrastare tale azione e di rifornire Malta e l'esercito alleato presente anch'esso sul territorio africano.
Lampedusa costituì quindi un importante punto di riferimento per i convogli italiani diretti verso la Libia.
Le Forze Armate Italiane costruirono varie fortificazioni a difesa dell'insenatura del porto od a protezione contro possibili sbarchi nemici sulle basse coste meridionali (anche se poi un tentativo del genere non fu messo in atto). Al contrario, un mese prima dello sbarco alleato in Sicilia, fra l'11 e il 12 giugno 1943, soverchianti forze alleate conquistarono rapidamente Lampedusa dopo un intenso bombardamento, assieme alle altre isole pelagiche e da Pantelleria.
Dopo la guerra, secondo i dettami dell'articolo 49 del trattato di pace firmato a Parigi, l'isola di Pantelleria e le Pelagie dovettero essere smilitarizzate.
Per questo motivo numerose installazioni furono minate, demolite o gravemente danneggiate; fortunatamente alcune di loro sono sfuggite la distruzione.

 

Sull'isola di Lampedusa nel luglio del 1943, dopo difficoltose ma ingenti operazioni di rafforzamento di truppe e di opere di fortificazione avvenute a partire dall'entrata in guerra dell'Italia nel giugno del '40, erano presenti circa 4.400 militari così suddivisi:

 

- n.3 compagnie di fanteria del Reggimento "Lupi di Toscana";

- n.1 compagnia di Apini;
- n.1 compagnia del Genio Minatori;
- n.1 compagnia lanciafiamme;

- n.1 reparto tedesco dislocato c/o l'installazione radar di "Albero Sole".

 

e i seguenti armamenti:
 

- n.4 batterie antiaeree e navali: la 376ª a "Capo Garito" con n.4 cannoni 76/45; la 421ª in Contrada "Aria Rossa" con n.5 cannoni 90/53; la 259ª a "Cala Francese"; la 136ª​ a "Cala Creta";

- n.3 batterie di cannoni navali: la L.P.1 (149ª) a "Punta Parrino" con n.4 cannoni 149/43; la L.P.2 (152ª) a "Capo Garito" con n.3 cannoni 152/45 e la 90ª batteria a "Punta Alaimo";
- una pista per aerei ad atterraggio corto (realizzata agli inizi del '41) in località "Cavallo Bianco", lunga 800 m e larga 150 m;

- n.44 strutture ad utilizzo militare (bunker e simili).

 


I combattimenti...

 

 

Il 5 giugno 1943 gli attacchi aerei sul Lampedusa si intensificarono e per la prima volta l'isola venne bombardata anche dal mare. Migliaia di volantini vennero lanciati dagli aerei alleati per invitare la guarnigione alla resa.

 

Nella notte tra il 6 ed il 7 giugno 1943 ci fu un tentativo di sbarco da parte degli inglesi.
Quattro motovedette della Royal Navy si avvicinarono alla costa e un commandos con delle imbarcazioni a remi riuscì a raggiungere la "Cala dei Conigli", uno dei posti meno protetti dalle difese militari.
Gli incursori inglesi furono però intercettati nel "Vallone Profondo" dai militari di due compagnie del 77º reggimento "Lupi di Toscana" e due soldati inglesi vennero uccisi, mentre gli altri riuscirono a nascondersi nelle numerose grotte presenti nel vallone.

 

Tra l'11 e il 12 giugno 1943 violentissimi bombardamenti fiaccarono la resistenza e fu chiara la schiacciante superiorità delle forze che assediavano isola: Lampedusa era pressoché indifendibile.
Già nei giorni precedenti erano partiti per la Sicilia i 30 militari tedeschi addetti alla stazione radar di Albero Sole (il punto più alto dell'isola su cui era stato installato un radiolocalizzatoore Freya, chiamato comunemente Felino, collegato tramite ponte radio a quello presente a Pantelleria e in grado di avvistare aerei entro gli 80 km) e alcuni reparti dell'areonautica.

 

La mattina del 12 giugno 1943 l'ammiraglio Cunningham, Comandante in capo della flotta britannica, intimò la resa dell'isola, invitando il Governatore di Lampedusa a desistere dalla difesa essendo già caduta l'isola di Pantelleria. I segni convenzionali della resa dovevano consistere nel distendere un telo bianco sulla pista di atterraggio e nell'issare il pannello "Y" al porto.

L'intimazione di resa fu respinta dal comandante Bernardini e dopo poco ripreso i bombardamenti aerei e navali con violenza ancora maggiore.
Bernardini comunicò a più riprese a Supermarina-Roma l'impossibilità di fronteggiare l'attacco e l'avvenuta distruzione delle difese dell'isola, ricevendo in risposta il seguente messaggio: "Siamo sicuri che recherete il massimo danno al nemico. Viva l'Italia".
Alle ore 14:00 del 12 giugno 1943, nel Consiglio di Guerra convocato dal comandante Bernardini con i comandanti dell'Esercito e della Milizia, fu decisa la resa dell'isola e furono esposti i relativi segnali.
Ciò nonostante i bombardamenti continuarono per tutto il pomeriggio con la stessa intensità.
Alle ore 15:40 dello stesso giorno un piccolo aereo inglese sorvolò a bassa quota l'isola e atterrò sulla pista dell'aeroporto; si pensò fosse stato inviato per accettare la resa, ma si trattava invece di un aereo in avaria diretto a Malta e a corto di carburante. Una volta appurato l'equivoco il pilota fu fatto ripartire per comunicare al Comando Britannico a Malta che l'isola aveva accettato la resa da diverse ore.
Alle ore 18:35 il cacciatorpediniere HMS Lookout della Royal Navy si avvicinò a poca distanza dal porto di Lampedusa e inviò a terra una lancia con a bordo un ufficiale, un corrispondente di guerra e 13 militari armati, incaricati di ricevere una formale dichiarazione di resa dal Presidio Militare dell'isola. Solo in quel momento cessarono i bombardamenti.
Il comandante Bernardini si recò al porto e firma la dichiarazione di resa che prevedeva la consegna delle armate, delle armi, dei battelli, dei viveri, degli impianti Belice del denaro; c
hiese ed ottenne l'onore delle armi.

 

 

(fonti: "I Fortini di Lampedusa" di Graziano Ferrari; "Quaderni dell'Associazione Culturale Archivio Storico Lampedusa - 4 - Lampedusa nella Seconda Guerra Mondiale 1940-1943)

 

 

Per il materiale fotografico e la creazione dell'intera sezione "Le Difese di Lampedusa", un sentito ringraziamento va ad Arianna Riboli, senza la cui pazienza e sostegno nulla di tutto ciò avrebbe mai potuto aver luogo.

 

LE DIFESE DI LAMPEDUSA

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