top of page

 

 

 

 

 

 

 

Il Vittoriale degli italiani è un insieme di edifici, piazze e giardini a Gardone Riviera in provincia di Brescia. Costruito tra il 1921 e il 1938 da Gabriele D'Annunzio e dall'architetto Giancarlo Maroni, rappresenta una sorta di monumento (o insieme di monumenti) a memoria della vita del poeta e dei soldati italiani della Prima Guerra Mondiale. Qui D'Annunzio dimorò dal 1921 (data dell'inizio dei lavori della costruzione del complesso) fino alla sua morte avvenuta nel 1938.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prioria


La Prioria, abitazione doi Gabriele D'Annunzio, prima di essere di proprietà del poeta fu del critico d’arte tedesco Henry Thode. Dal 1921 fu completamente trasformata sia all'esterno, sia all'interno. L'arch. Maroni inserì sulla facciata antichi stemmi e lapidi che richiamano il Palazzo Pretorio di Arezzo. Al centro della facciata si trova un araldico levriere con il motto dannunziano "Né più fermo né più fedele". Il pronao d'ingresso invece è decorato con due Vittorie attribuite a Jacopo Sansovino, mentre sul battente della porta, sopra una bronzea Vittoria crocifissa di Guido Marussig, si legge il motto "Clausura, fin che s'apra - Silentium, fin che parli".

All'interno la Prioria fu completamente trasformata su volere del poeta e divenne ben presto un elaborato complesso di stanze stipate all'inverosimile di opere d'arte, doni ricevuti, cimeli e oggetti d'arredamento. Schematicamente l'interno della Prioria si può suddividere in 17 zone distinte: l'Ingresso, la Stanza del Mascheraio, la Stanza della Musica, la Sala del Mappamondo, la Zambracca, la Stanza della Leda, la Veranda dell'Apollino, il Bagno Blu, la Stanza del Lebbroso, il Corridoio della Via Crucis, la Sala delle Reliquie, la Stanza del Giglio, l'Oratorio Dalmata, lo Scrittoio del Monco, l'Officina, il Corridoio del Labirinto e la Sala della Cheli.

 

Zambracca (termine che significa donna da camera); anticamera della stanza da letto dove il poeta fu trovato morto la sera del 1 marzo 1938.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Veranda dell'Apollino.

Questa stanza fu aggiunta solo successivamente dall'arch. Maroni ed ebbe la funzione di schermare la luce solare diretta all'interno della Stanza della Leda in quanto, essendo D'Annunzio fotosensibile, infastidiva il poeta. Essa prende il nome dal gesso di un kouros arcaico decorato dallo stesso D'Annunzio con occhi azzurri, un perizoma e un fascio di spighe dorate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sala delle Reliquie.
In questa stanza il poeta raccoglieva oggetti e reliquie che si rifacevano alle diverse fedi e credenze del mondo. Al suo interno si può leggere il seguente passo "Tutti gli idoli adombrano il Dio vivo - Tutte le fedi attestan l’uomo eterno". Particolare di rilievo è la presenza in questa stanza del volante spezzato del motoscafo di sir Henry Segrave, morto nel 1930 durante un tentativo di record di velocità sul lago Windermere in Inghilterra. Per D'Annunzio infatti quest'oggetto rappresentava la "Religione del Rischio" e proprio per questo esso godeva di una sorta di venerazione. Sul soffitto sono presenti le sette stelle dell'Orsa Maggiore della “Reggenza del Carnaro”, lo stato rivoluzionario fondato a Fiume dal poeta, mentre alle pareti si possono ammirare il bassorilievo del leone di San Marco (donato a d'Annunzio dalla città di Genova in occasione del discorso interventista del 5 maggio 1915) e quello dipinto da Marussig (collocato originariamente nello studio di D'Annunzio a Fiume e che venne colpito da una granata durante il "Natale di sangue").

 

 

 

Oratorio Dalmata.
Questa stanza era la sala d'aspetto che il poeta riservava agli "amici", differenziati da coloro che non erano i benvenuti e che come tali venivano fatti aspettare (anche in vano) in un'altra zona della casa. I primi erano spesso vecchi compagni d'armi, i secondi "scocciatori" che chiedevano prestiti o favori. Per sottolineare maggiormente questa peculiarità di D'Annunzio si pensi che al termine della scalinata d'ingresso di sette scalini della Prioria è presente una colonnina francescana in pietra d'Assisi sormontata da un canestro in cemento con melograni. Essa divide l'accesso alla casa in due: quello per l'appunto destinato agli "amici" a sinistra e quello riservato agli "scocciatori" a destra.

 

 

 

 

 

 

 

 

Officina.

Questa stanza era lo studio vero e proprio del poeta ed è l'unica in cui la luce del sole entra direttamente. Ed essa si accedeva solcando tre scalini e passando (chinandosi) al di sotto di un basso architrave sopra il quale si può leggere il verso virgiliano "hoc opus hic labor est" (qui sta l'impresa e la fatica). All'interno dell'Officina si possono notare il busto velato di Eleonora Duse (amante ed ispiratrice di D'Annunzio) e i calchi della Nike di Samotracia e delle metope equestri del Partenone.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sala delle Cheli.
Questa stanza dall'ambiente decò prende il nome dal carapace che occupa gran parte dello spazio della tavola appartenente alla tartaruga donata al poeta dalla Marchesa Luisa Casati e morta nei giardini del Vittoriale per indigestione. La sua presenza è quindi un vero proprio monito all'ingordigia.

La Prioria e le sue stanze

VITTORIALE DEGLI ITALIANI

                   Brescia

Monumenti, Lapidi & Targhe Commemorative del Ventennio

torna alle categorie

bottom of page